MUTA STAGNA



Conoscere la muta stagna a cura di Fabrizio Pirrello

La muta stagna è un particolare tipo di muta che assolve al compito di tenere asciutto il corpo del subacqueo in immersione.
La necessità di rimanere asciutti si presenta nel caso di immersioni in acque particolarmente fredde o inquinate oppure per fare immersioni in condizioni atmosferiche non proprio favorevoli.
La muta stagna concettualmente deve tenere asciutto il corpo ma non necessariamente serve a tenere caldi. In taluni casi ed in funzione del materiale usato per la confezione la muta stagna è anche in grado di fornire una certa protezione termica.



La funzione della protezione termica è demandata ad un altro indumento appositamente realizzato: il sottomuta termico. Strutturalmente una muta stagna si presenta come un capo monopezzo con delle sigillature (in lattice o neoprene) a polsi e collo e con i calzari integrati. L'accesso all'interno avviene attraverso una cerniera a tenuta stagna che può essere metallica o in poliuretano.
La vestibilità della muta stagna non è mai aderente perchè deve consentire di potersi vestire sotto con capi idonei a proteggere dal freddo ed a rimuovere dal corpo l'umidità legata alla traspirazione corporea.Proprio in virtù della vestibilità abbondante all'aumentare della profondità si avrà lo schiacciamento del volume d'aria interno alla muta stagna; schiacciamento che andrà compensato per evitare che la muta collassi sul subacqueo (andando appunto in ventosa). A tal fine le mute stagne sono equipaggiate con una valvola di carico per immettere aria all'interno della muta in fase di discesa/compressione del volume di gas interno ed una valvola di scarico per consentire il deflusso dell'aria in fase di risalita/espansione del volume di gas interno alla muta stagna. 


Le due valvole sono studiate per lavorare in tandem e la valvola di scarico deve consentire un passaggio di flussi gassosi maggiore rispetto a quelli della valvola di carico. Le valvole possono avere differenti forme e profili ma il concetto di funzionamento è molto simile tra differenti modelli.
Le giunzioni interne delle mute stagne devono essere sigillate per garantire la tenuta stagna nel tempo. I procedimenti per la sigillatura sono svariati anche se l'obiettivo finale è unico.
Gli standard europei prevedono delle caratteristiche minime cui i costruttori si devono adeguare.
Tali requisiti minimi sono ricompresi nella CE EN14225-2:2005 che è la norma di riferimento. La CE EN 14225-2:2005 indica requisiti prestazionali minimi per la componentistica adottata e di assemblaggio/sigillatura.
In merito ai collanti/solventi da utilizzare esistono legislazioni specifiche legate alla tossicità di alcuni componenti che ne vietano l'uso in ambito EU (ma non tutte le stagne presenti sul mercato sono costruite in EU).
La buona norma richiede che il contatto tra collanti, benchè asciutti, ed il corpo sia evitata.
Taluni produttori usano nastrare le giunzioni di assemblaggio delle mute stagne mentre altri utilizzano dei sigillanti polimerici ed altri ancora ricorrono alla saldatura in alta frequenza o alla vulcanizzazione.
Metodi diversi per campi di applicazioni differenti.
Una regola non scritta ma adottata dai migliori costruttori di mute stagne è quella di ridurre al minimo il numero dei pannelli usati per assemblare la muta. L'esperienza ha insegnato che il numero di pannelli necessari per costruire una muta stagna è otto (meno giunzioni equivale a meno rischi di infiltrazioni d'acqua).
La posizione della cerniera stagna è relativa al modello di muta anche se i disegni maggiormente accreditati sono: cerniera spalla-spalla, cerniera anteriore diagonale, cerniera anteriore orizzontale.
I calzari incorporati sono equamente distribuiti tra calze morbide in precompresso da abbinare a scarponcino separato e calzare in neoprene più o meno ricoperto di gomma.
Una questione di preferenze personali non essendo possibile determinare a priori quale sia la soluzione migliore posto che esista.