F.A.Q. Mute Stagne di Fabrizio Pirrello
Ho pensato d aggiornare la lista delle F.A.Q. sulle mute stagne per rispondere ad una serie di quesiti di clienti in merito alla manutenzione ed accessoristica dedicata.
L'elenco non è ovviamente esaustivo è suscettibile di essere periodicamente aggiornato per riunire in un'unica pagina le risposte a curiosità che non si trovano magari negli articoli già pubblicati.
1) Come va piegata la muta stagna prima di conservarla nella sua sacca.
Innanzi tutto la muta stagna non va assolutamente conservata appesa per evitare di sottoporla ad un processo di invecchiamento/deterioramento precoce.
Prima di conservare la muta stagna procedere al lavaggio in acqua dolce della stessa e solo da asciutta provvedere a lubrificazione di polsini, collarino e cerniera. Tassativamente evitate di conservare la muta stagna se non perfettamente asciutta (oltre a puzzare in maniera indescrivibile farebbe anche muffe).
La muta stagna si conserva piegata per arrotolamento.
Muta stagna con cerniera spalla spalla: distendere in piano la muta con la cerniera aperta rivolta verso il pavimento; a partire dai calzari arrotolare la muta ed infine ripiegare le braccia a chiusura.
Muta stagna con cerniera anteriore:distendere in piano la muta con la cerniera aperta rivolta verso il pavimento; a partire dai calzari arrotolare la muta ed infine ripiegare le braccia a chiusura.
La cerniera stagna non deve essere sottoposta a pieghe eccessive durante la piegatura e questo è il motivo per cui la muta stagna va sempre arrotolata tenendo la cerniera verso l'esterno.
2) Come va tenuta la cerniera stagna.
Le mute stagne vanno riposte nella propria sacca di stoccaggio trasporto rigorosamente con la cerniera stagna in posizione aperta. Meglio ancora se la cerniera viene lubrificata prima di conservare la muta stagna.
3) Che lubrificante usare per la manutenzione della cerniera stagna.
Se la cerniera stagna è del tipo metallico si usa la paraffina solida (normalmente venduta in blocchetti). La paraffina solida va applicata su catena metallica esterna strofinando leggermente in modo da interessare i dentini metallici e non la parte morbida (gomma o PU) della tela di supporto. Anche i destini interni devono essere lubrificati con paraffina solida. Nel caso siano visibili impurità sulla catena della cerniera provvedere alla pulizia della stessa utilizzando l'apposito olio con uno spazzolino morbido.
Se la cerniera stagna è del tipo in plastica si utilizza il grasso fornito a corredo della cerniera. La quantità di grasso da applicare è sempre un sottile film una volta che la cerniera sia pulita da ogni tipo di impurità.
Gli spray al silicone sono tassativamente vietati.
4) Come si lava la muta stagna.
La muta stagna va sottoposta a lavaggio con acqua corrente dopo ogni immersione e lasciata asciugare lontano dal sole e da fonti di calore.
Ovviamente, prima del lavaggio, provvedete a chiudere la cerniera stagna in modo da non allagare interno della stessa. A lavaggio ultimato aprite la cerniera stagna per far ventilare interno della muta stessa.
Non vanno usati detergenti nelle operazioni di lavaggio (la decontaminazione della muta stagna dopo immersioni in acque contaminate esula da utilizzo sportivo e rientra in applicazioni speciali per le quali sono richiesti materiali ed addestramenti particolari).
La muta stagna non va assolutamente inserita in lavatrice ma semplicemente sciacquata con acqua corrente e fredda (il calore serve ad attivare i collanti).
La centrifuga e gli urti nel cestello della lavatrice sarebbero deleteri per le valvole di carico e scarico oltre che per la cerniera stagna.
La muta stagna non va lavata all'interno se non in casi eccezionali in quanto l'interno della muta non si sporca considerato che viene sempre indossato un sottomuta (quello invece va periodicamente igienizzato).
5) Lavare interno della muta stagna?
I più attenti alla pulizia ci hanno chiesto se non sia preferibile procedere al lavaggio della muta stagna anche all'interno. Sconsigliamo questa pratica per due motivi: inutile stressare le sigillature interne della muta e molto lungo il processo di asciugatura della stagna dopo il lavaggio.
Tuttavia la muta stagna può periodicamente venire igienizzata con appositi anti batterici (il caldo e l'umido sono luoghi ideali per la proliferazione delle colture batteriche) e disinfettanti. Il procedimento è semplice e consiste nel riempire una vasca di acqua dolce, fredda e pulita aggiungendo disinfettante per uso alimentare (la muta la indossiamo) e lasciando il tutto in immersione per un 10 minuti. Successivamente mettiamo la muta ad asciugare avendo cura di verificare che tutte le parti siano perfettamente asciutte prima di procedere a lubrificazione e stoccaggio in apposita sacca.
6) Posso utilizzare borotalco per il lattice?
Assolutamente da evitare l'impiego di borotalco per lubrificare i lattici della muta stagna in quanto gli aromatizzanti (quelli che rendo profumato il borotalco) sono estremamente dannosi per il lattice stesso. Va utilizzato esclusivamente TALCO MINERALE per le operazioni di manutenzione e si compra tranquillamente in ferramenta.
7) La muta stagna si conserva appesa per non farle fare pieghe?
Assolutamente da evitare lo stoccaggio della muta stagna appesa in quanto i materiali con cui è costruita sono soggetti ad invecchiamento per effetto degli UV e dell'ossidazione. La sacca della muta stagna è concepita proprio per evitare di lasciare esposta a luce, aria e polvere la muta stagna quando non la si utilizza. Sono da preferire le sacche che consentono di tenere la muta stagna quasi sottovuoto perché questa tecnica ne accresce enormemente la resistenza all'invecchiamento precoce dei materiali soprattutto di quelli elastici. La muta stagna si conserva arrotolata dentro la propria sacca in un ambiente che sia fresco ed asciutto.
8) Manutenzione delle valvole di carico e scarico della muta stagna.
Premettiamo che la revisione delle valvole è operazione che va affidata ad un centro manutenzione specializzato e dotato di appositi strumenti per aprire e richiudere senza fare danno. Il proprietario della muta stagna dovrà avere la cura di sciacquare con acqua dolce e corrente le valvole con un minimo di attenzione e verificare, prima dell'immersione, che le stesse siano perfettamente funzionanti. Va tassativamente evitata l'applicazione di spray al silicone sulle valvole perché si verrebbe a creare un ambiente ideale per far attecchire polvere e detriti che sono di ostacolo al corretto funzionamento delle valvole stesse.
9) Risvoltare i calzari della muta stagna.
Non esiste necessità pratica di effettuare nelle normali operazioni di manutenzione detta operazione. I calzari totalmente risvoltabili sono quelli a calza (soft boot) mentre tutti quelli che hanno una suola o dei rinforzi applicati a tallone e tomaia, pur essendo flessibili tanto da poterli risvoltare, non gradiscono troppo lo stress di questa manovra.
10) Far asciugare interno della muta stagna.
E' del tutto normale che l'interno della muta stagna, a fine immersione, presenti tracce di umidità in quanto il fenomeno è legato alla normale traspirazione corporea. L'umidità da sudorazione asciuga molto velocemente e non lascia traccia di cristallizzazione di sale. Sufficiente far ventilare la muta lasciandola appesa (non con una gruccia per evitare di segnare il collarino) con la cerniera aperta il tempo necessario per far ventilare interno e non serve risvoltarla.
11) Kit Guanti stagni da applicare alla muta stagna.
Sconsigliamo vivamente l'utilizzo di qualsiasi sistema di guanti stagni che infici il corretto funzionamento dei polsini di tenuta stagna. Le clampe di fissaggio dei guanti stagni vanno fissate sulla manica della muta stagna e non risvoltando il polsino sulla clampa stessa. Il motivo è facilmente intuibile: per nessuna ragione va lasciata una via d'acqua potenziale in caso di rottura o sganciamento accidentale di una clampa di fissaggio. Verremmo a perdere sia la protezione termica alle mani che la tenuta stagna. Un conto è poter forare un guanto con la certezza di avere ancora la tenuta stagna della muta ed altra storia, dalle conseguenze non proprio piacevoli, ritrovarsi senza la tenuta stagna al polsino. A parere di chi scrive il montaggio del kit di guanti stagni con un sistema che elimini la tenuta stagna del polsino non risulta conforme alla EN 14225-2 .
12) Sistemi di cambio rapido polsini e collarino su mute stagne.
Concettualmente rappresenterebbero una soluzione per chi si trova nell'impossibilità di effettuare una riparazione/sostituzione sul campo degli elementi di tenuta della muta stagna con collanti e sigillanti. La possibilità di utilizzare un sistema a clampe che non necessita di collanti potrebbe rappresentare, sempre con la giusta manualità, la differenza tra fare l'immersione oppure saltarla. Fino a questo punto sono tutti vantaggi. Guardiamo adesso al rovescio della medaglia. Per utilizzare un sistema di cambio polsi e collo sul campo con il sistema ad incastro dovremo avere installato in maniera permanente sulla nostra muta stagna degli anelli in materiale più o meno flessibile in base al modello che comunque offrono un ingombro (particolarmente fastidioso nel caso del collo sulle taglie di muta più piccole). Stando al dettato della EN 14225-2 , però, i sistemi di tenuta (quindi polsini e collarino) su una muta stagna devono essere solidalmente connessi al corpo della muta stessa e, a parere dello scrivente, solo cucitura e incollaggio rispecchiano lo standard di riferimento. La possibilità, per quanto remota, di una disconnessione dell'incastro sicuramente esiste e comporterebbe il rischio dell'improvvisa perdita di tenuta ed assetto della muta stagna. Messi a confronto pro e contro della soluzione a ciascuno la propria valutazione in merito.
13) Sistemi per consentire di urinare in immersione con la muta stagna.
Esistono in commercio delle valvole per consentire di urinare in immersione veicolando l'urina all'esterno della muta. Tali valvole (Pee Valve o She Pee) si applicano sulla muta stagna facendo appunto un foro sulla stessa. Salvo i casi di immersioni particolarmente lunghe, quindi esigenze reali, lo scrivente non ritiene particolarmente utile l'utilizzo di tali sistemi rispetto allo svantaggio di avere una via d'acqua supplementare e la notevole scomodità di vestizione dei sistemi (indossare in fase di vestizione della muta un condom per l'uomo oppure armeggiare con creme e ventose per la donna). Nel caso di frequente bisogno di urinare lo scrivente suggerisce una visita medico specialistica per cercare di individuare la fonte del problema perché tale sarebbe nel caso di immersioni sportive la cui durata non ecceda i 60 minuti complessivi. Esiste sempre il pannolone da incontinente che è soluzione estremamente più pratica ed economica per affrontare con successo il medesimo problema.
14) Cavigliere con la muta stagna.
Meno frequentemente di qualche anno fa capita di assistere all'uso delle cavigliere con la muta stagna. Vorrei soffermarmi su una considerazione tecnica: il volume di aria che il calzare e la gamba della muta stagna possono contenere sposta sicuramente più volume di acqua di quanto la spinta negativa di una cavigliera da 500 g possa contrastare (Principio di Archimede). Questa banale considerazione rende evidente quanto inutile sia indossare le cavigliere. Basterebbe rivolgere la propria attenzione alla corretta vestibilità della muta stagna per acquistare un indumento che veste giusto e non a sacco di patate per ovviare al problema di eccessivi spostamenti di aria dentro la muta stagna.
Alcuni amano utilizzare i calzari integrati nella muta stagna per la praticità e velocità della vestizione ma......non sarebbe uguale indossare un calzare separato che renderebbe il piede della stagna perfettamente aderente e non indossare le cavigliere (il tempo di vestizione è molto simile)? Per fortuna sono scomparse dalla circolazione le ghette applicate al polpaccio delle mute stagne in trilaminato che avevano, secondo chi ne suggeriva l'uso, la medesima funzione delle cavigliere.
Guida alla scelta della muta stagna per le immersioni subacquee. Mute stagne in neoprene precompresso, trilaminato e tessuto gommato. Mute stagne da lavoro subacqueo e per immersione tecnica. Certificazione CE EN 14225-2. GRAVITY ZERO è fornitrice di Reparti Speciali delle Forze Armate in Italia e all'estero (D-U-N-S ® Number: 429289444 e NATO CAGE AL731)
martedì 9 maggio 2017
Frequently Asked Question Muta Stagna
mercoledì 3 febbraio 2016
Tipologie di mute stagne
mute stagne |
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Muta stagna in trilaminato traspirante |
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Muta stagna in neoprene espanso |
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Muta stagna in neoprene precompresso |
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Muta stagna in neoprene ipercompresso |
giovedì 5 febbraio 2015
Guanti stagni : cosa sono, a che servono e come si montano sulle mute stagne
Guanti stagni |
I guanti stagni sono un accessorio per mute stagne la cui funzione è quella di tenere asciutte le mani del subacqueo.
venerdì 3 ottobre 2014
Perché usare la muta stagna
Tante buone ragioni per usare la muta stagna a cura di Fabrizio Pirrello
Subacqueo tecnico con muta stagna |
Una delle principali cause di questo calo di comfort è sicuramente il freddo.
Il freddo ed i suoi effetti
Il sintomo più evidente degli effetti del freddo è un senso di fatica eccessiva alla fine dell'immersione, fatica che produce inevitabilmente un calo della motivazione.
E' altrettanto vero che ciascun subacqueo ha una differente zona di comfort in relazione alla sua maggiore o minore tolleranza allo stress indotto da cause esterne.
Tuttavia è indubitabile che un subacqueo che si immerge con una muta umida ha una zona di comfort molto limitata.
Limiti della muta umida.
La protezione termica offerta da una muta umida è fortemente influenzata dalla sua vestibilità, dal suo spessore, dalla qualità del suo neoprene, dalla profondità dell'immersione (schiacciamento del neoprene), e dalla temperatura dell'acqua.
Questi fattori tendono a perdere d'importanza nel caso di uso della muta stagna.
Fondamentalmente una muta stagna assolve al compito di mantenere il corpo asciutto, mentre la protezione termica viene demandata ad uno specifico sottomuta.
Esistono peraltro anche mute stagne che offrono una discreta protezione termica grazie al materiale impiegato per la realizzazione (neoprene espanso o neoprene precompresso).
Il freddo e la desaturazione.
Occorre tuttavia notare che il freddo non influisce solo sulla motivazione, ma anche sulla velocità di saturazione e desaturazione dell'azoto contenuto nella miscela gassosa respirata secondo la legge di Henry (solubilità di un gas in un liquido in funzione della temperatura). Ne consegue che effettuare un'immersione a temperatura costante sicuramente influisce sulla sicurezza in quanto il modello matematico adottato dalle tabelle di decompressione sarà più aderente alle reali condizioni in cui l'immersione stessa si è svolta.
Vantaggi dell'immersione asciutta.
L'immersione con la muta stagna è semplicemente un modo diverso di fare immersione. Significa condurre immersioni più piacevoli e più sicure. Significa meno stress e più comfort.
martedì 4 maggio 2010
Muta Stagna: 4 foto basilari per la scelta di Andrea Neri
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Simulare la vestizione delle pinne |
"Nella
scelta della muta stagna è fondamentale che il modello selezionato
permetta l'esecuzione dei quattro movimenti illustrati nelle foto".
Andrea Neri con la collaborazione di Gil Consorti ci offre con 4 scatti delle indicazioni fondamentali nella selezione della giusta vestibilità di una muta stagna.
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Verificare la facile accessibilità alle valvole |
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Verificare un agevole accesso alle rubinetterie |
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Valve drill deve essere consentito dalla muta stagna |
giovedì 6 novembre 2008
9 trucchi per usare al meglio la muta stagna
Alcuni semplici accorgimenti per trarre il meglio dalla vostra muta stagna a cura di Fabrizio Pirrello
Subacqueo tecnico con muta stagna |
Per continuare ad immergersi quando l’acqua è fredda diventa indispensabile utilizzare una muta stagna.
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Mute stagne in trilaminato e neoprene precompresso |
In una muta stagna non c’è niente di peggio o di più fastidioso che ritrovarsi con polsini e collarino non adatti alla propria conformazione fisica.
Se sulla vostra muta stagna avete delle guarnizioni in lattice, controllate la calzata e se risultano troppo strette procedete a rifilarle. L’operazione in sé non presenta eccessiva difficoltà ma richiede attenzione, pazienza ed un buon paio di forbici. Seguire i solchi sulle guarnizioni agevolerà notevolmente il lavoro. Attenzione nella misurazione: le guarnizioni per assolvere al proprio compito devono aderire; quindi il diametro delle guarnizioni stesse deve essere inferiore del 15% rispetto alla circonferenza di polsi e collo.
Se la vostra stagna è equipaggiata con guarnizioni in neoprene, la misurazione è identica. La differenza è che le guarnizioni in neoprene non vanno rifilate ma “adattate” estendendole forzatamente. L’operazione si esegue facilmente con una bombola (per il collo) o con delle bottiglie (per i polsini).
Polsini e collarini ben conformati ed adattati saranno confortevoli da indossare e di nessun fastidio in immersione. Non usate la muta stagna in acqua prima di aver verificato ed adattato le guarnizioni stagne del capo.
Le mute stagne sono dei capi estremamente affidabili e durevoli ma è buona norma procedere a dei controlli prima dell’immersione. Ciò è tanto più vero nel caso in cui la vostra muta stagna sia rimasta inutilizzata per qualche mese. Mai immergersi con la muta stagna se prima non si sono fatti i controlli. Cosa controllare nella stagna: cerniera stagna, polsini, collarino e valvole. Ma perché fare questi controlli due giorni prima dell’immersione? Perché altrimenti non avremmo il tempo per procedere alle riparazioni del caso. Scoprire che qualcosa non funziona la sera prima dell’immersione sarebbe veramente spiacevole.
Uno dei maggiori vantaggi offerti da una muta stagna è che essa vi consentirà di affrontare un ampio range di temperature dell’acqua. Sarà sufficiente variare il tipo di indumento impiegato sotto la muta stagna. Il vostro isolamento termico dovrà variare secondo quelle che saranno le diverse condizioni dell’immersione. Indossare un sottomuta troppo termico o troppo poco termico porterà ad una generale perdita di confort. Occorre poi tenere presente che la tipologia di sottomuta adottato influenzerà anche la pesata d’assetto.
Indossate sempre la minima quantità possibile di zavorra quando vi immergete con la muta stagna. Quanto più contenuta risulterà la vostra zavorra, tanto più bassa sarà l’esigenza di caricare aria nella vostra muta stagna per raggiungere l’equilibrio idrostatico. Con la muta stagna occorre adottare la medesima procedura utilizzata con la muta umida per determinare la pesata d’assetto. Indossando l’equipaggiamento completo, con la stagna completamente collassata, il jacket sgonfio, un 50 bar di aria nella bombola con un’inspirazione completa dovreste rimanere perfettamente verticali in acqua, in galleggiamento (al livello degli occhi), senza dover effettuare alcuno sforzo. Quando espirate completamente dovreste invece affondare. Se queste due condizioni si verificano significa che avete raggiunto il vostro assetto neutro: cioè la vostra galleggiabilità non viene ad essere influenzata dall’equipaggiamento che indossateUna volta raggiunto l’assetto neutro, la quantità di zavorra che utilizzerete sarà esattamente quanto basta per consentirvi di effettuare in estrema tranquillità una eventuale sosta di decompressione. Questo è il motivo per cui la bombola non doveva essere completamente carica quando abbiamo seguito la procedura per la determinazione della pesata d’assetto.
Indossare un giubbetto equilibratore quando si impiega la muta stagna è indispensabile. In immersione il giubbetto equilibratore viene impiegato per compensare le variazioni d’assetto (legate all’aumento della profondità) e fornisce un backup nel caso di rottura della muta stagna (per il raggiungimento dell’assetto positivo). In superficie invece il giubbetto equilibratore vi aiuterà a mantenere un assetto positivo evitando di insufflare aria nella muta stagna (evitando la spiacevole sensazione causata dall’accumulo di aria nella zona del collarino).
Quando vi immergete con la muta stagna, la presenza di un compagno d’immersione sarà sempre di notevole aiuto, a partire dalle operazioni di apertura e chiusura della cerniera stagna. Inoltre un compagno esperto saprà controllare il corretto posizionamento del collarino della vostra muta stagna e vi potrà persino aiutare nell’indossare e togliere la muta. In acqua invece un compagno d’immersione esperto, che conosca il funzionamento della vostra muta stagna, potrebbe essere di enorme aiuto in caso di difficoltà legate all’impiego della muta.
Il modo migliore per acquisire padronanza nell’uso della muta stagna è frequentare uno stage di specializzazione. Il fai da te non è da considerare una scelta sbagliata ma sicuramente vi è una controindicazione: si impara dagli errori commessi invece che far tesoro di esperienze errate altrui. Inoltre un istruttore esperto e professionale vi insegnerà tutti i trucchi per impiegare al meglio la vostra muta stagna e per calcolare la corretta pesata. Eviterete di acquisire cattive abitudini nell’uso dell’equipaggiamento. Rivolgetevi sempre ad un centro specializzato che vi possa offrire anche la possibilità di noleggiare differenti tipologie di muta stagna per capire quale di esse risponde meglio alle vostre aspettative.
Frequentato un corso specifico, l’apprendimento non è terminato: avete acquisito solo le basi del corretto impiego della muta stagna. Occorre a questo punto acquisire padronanza nell’uso dell’equipaggiamento. Tale padronanza si acquista con la pratica. Immergervi con la vostra muta stagna deve diventare perfettamente naturale; solo così potrete apprezzare in pieno i notevoli vantaggi che essa offre nell’esplorazione dei fondali. Abituatevi a riprendere la normale posizione di nuoto dopo essere finiti con i piedi verso l’alto a causa di un movimento dell’aria all’interno della muta. Imparate a localizzare rapidamente le valvole di carico e scarico dell’aria, a disconnettere la frusta di bassa pressione. Imparate a scaricare la muta dal collarino o dal polsino senza allagarvi. Imparate a scaricare la muta sia con la valvola di scarico settata su “automatico” che su “manuale”. Nessuna delle abilità sopra descritte è particolarmente difficile da acquisire: occorre pratica e buona volontà.
Premettiamo che una muta stagna richiede maggiore manutenzione rispetto ad una muta umida. La base della manutenzione è sicuramente un accurato lavaggio con acqua dolce dopo ogni immersione (prestando attenzione a non bagnare l’interno della muta). Ispezionate poi tutte le guarnizioni, la cerniera stagna e le valvole per individuare e prevenire fonti di problemi in immersione. Se l’interno della muta si presenta particolarmente umido o bagnato effettuiamo un check per individuare eventuali perdite. Cominciamo dagli stivaletti che impieghiamo per camminare. Proseguiremo gonfiando la muta e “saponandola” per evidenziare eventuali fori. Effettuati i controlli post immersione ed il lavaggio vediamo come dobbiamo riporre la muta. Facciamo asciugare la muta lontano dal sole e da fonti di calore; evitiamo di appenderla con i tradizionali appendini (per non stressarla) e non poggiamola su oggetti appuntiti. Il modo corretto di riporre la muta è piegarla e stivarla nella propria sacca (mai da umida!). La cerniera stagna andrà lubrificata periodicamente con l’apposita cera a conservata in posizione di apertura. Mai sottoporre la cerniera stagna a piegature eccessive. Le guarnizioni in latex vanno invece lubrificate con Talco puro; tale operazione agevola la vestizione e consente un corretto stoccaggio della muta. Evitate accuratamente di spruzzare spray al silicone sulla vostra muta stagna: non serve a mantenerla efficiente e renderà difficoltosi eventuali interventi di riparazione. Terminato l’uso della stagna riponetela asciutta nella sua borsa, lontano dalla luce, da fonti calore, dal sole e dall’umidità ed in luogo fresco; la cerniera sempre aperta e lubrificata; la muta bene arrotolata al fine di evitare pieghe eccessive.